icon

GLI ATTREZZI DELLA PALESTRA

Autore: prof. Danilo Ramirez

L’arredamento della palestra è molto cambiato nel corso degli anni, risentendo del condizionamento di teorie,mode e dell’evoluzione delle attività motorie.
Per molti anni tuttavia l’arredamento delle palestre è rimasto pressoché identico ed era costituito da due tipi di attrezzature: i grandi attrezzi e i piccoli attrezzi.
I grandi attrezzi a loro volta potevano essere suddivisi in due categorie: i grandi attrezzi fissi e quelli che potevano essere spostati se pur con la necessità di carrelli o di più persone a causa del loro ingombro e peso.
Cominciamo dai grandi attrezzi fissi.
Ogni palestra è sempre stata dotata di canestri per il gioco della pallacanestro e di un sistema di sostegni o pali o supporti per poter tendere una rete regolare da pallavolo.
Possiamo affermare che tutte le palestre pubbliche o private vengono concepite fondamentalmente per ospitare questi due giochi molto popolari e diffusi anche se di non facile esecuzione.
Spesso ma non sempre sono presenti anche le porte, da pallamano e da calcetto, le dimensioni sono le stesse.
Alle pareti delle palestre possono essere sistemati altri grandi attrezzi fissi.
Il più abituale di questi attrezzi è rappresentato dalle spalliere, preferibilmente in legno. Le spalliere hanno il vantaggio di occupare poco spazio, di poter essere sistemate in numero discreto, non è difficile vederne anche intere pareti, ed offrono così la possibilità di fare esercitare contemporaneamente più persone.
Sui lati corti la palestra classica presentava il quadro svedese e il palco di salita.
Il quadro svedese (così chiamato perché ideato insieme a molti altri attrezzi nella prima metà del 1800 dallo svedese Pier Enrico Ling, uno dei padri della ginnastica moderna) è composto da 6x6 quadrati di 60 o 50 cm di lato. All’interno di esso si possono eseguire traslocazioni o passaggi ma anche capovolte tuffate e altre esercitazioni.
Attrezzo molto valido per sviluppare capacità di agilità e di coordinazione ed anche di potenziamento degli arti superiori in quanto gli spostamenti sono principalmente a carico delle braccia.
Ancora più adatto al lavoro di forza degli arti superiori è il palco di salita che nella sua struttura classica presenta 3 pertiche e tre corde ma può anche essere tutto solo a pertiche.
In anni passati la salita alla pertica era una esercitazione abituale,mutuata da classiche esercitazioni militari, ma questo tipo di attrezzo, effettivamente ingombrante e sicuramente costoso a fronte di un utilizzo molto limitato, è stato progressivamente abbandonato. Se la salita alla pertica non è facile, quella alla corda è ancora più difficile e non alla portata di tutti gli allievi, il palco di salita è un attrezzo decisamente selettivo, ormai un cimento ludico e occasionale.
I grandi attrezzi mobili sono quasi tutti quelli della ginnastica artistica: cavallo e cavallina, parallele, sbarra.
Diciamo subito che anche questa famiglia di attrezzi trova sempre meno posto e utilizzo nelle palestre scolastiche.
Il cavallo e la cavallina permettono la didattica di semplici volteggi con l’ausilio di una pedana. Framezzo piegato, teso, il divaricato e anche il ribaltato sono volteggi eseguibili dagli studenti con la giusta assistenza e una sicura base di atterraggio. Essi richiedono una corretta sequenza didattica e non sono eseguibili da tutti gli allievi allo stesso modo: può essere proposto a tutti un semplice elemento base come la battuta sulla pedana e l’arrivo con le ginocchia sul cavallo, da lì si procede con le esecuzioni progressivamente più difficili arrivando anche ad allontanare la pedana per gli allievi più bravi.
In questi casi la valutazione deve essere adattata nel senso che non deve penalizzare i meno dotati ed anzi deve cercare di incoraggiarli considerando le loro capacità di base, premiando la partecipazione e l’impegno nell’apprendere nuovi gesti.
E’ corretto far provare ai ragazzi attrezzi selettivi ma proprio perché di difficile esecuzione appare giusto non penalizzarli con una valutazione severa, altrimenti si ottiene il risultato di inibire quella voglia di provare che è sempre presente negli allievi. Al limite è suggeribile far provare le discipline ostiche a tutti ma valutare solo coloro che dimostrano una buona predisposizione.
Torniamo agli attrezzi mobili.
Le parallele, ove presenti, sono spostabili mediante carrelli perché voluminose e pesanti. Quelle maschili consentono pochi semplici esercizi quali oscillazioni, traslocazioni ed anche capovolte e uscite.
La sbarra è ormai pressoché scomparsa dalle palestre scolastiche, attrezzo di non difficile montaggio con sole 4 viti a terra, consente oscillazioni in sospensione.
PICCOLI ATTREZZI
Per piccoli attrezzi intendiamo tutti quegli elementi che generalmente si accumulano nei magazzini delle palestre, o anche in cesti e armadi, e possono essere facilmente utilizzati per esercitazioni ginnastiche.
Rientrano in questa categoria anche tutti i tipi di tappeti, di varie dimensioni da sottili a spessi, che vengono spesso usati per molti tipi di esercizi ginnici.
I palloni possono anche essere considerati piccoli attrezzi ma più generalmente inseriamo in questa categoria bastoni, bacchette, cerchi, elastici, nastri, piccoli sovraccarichi e molti altri strumenti che la tecnologia propone in maniera sempre più frequente, supportata dalla rapidità con cui vengono immesse sul mercato nuove tecniche ginnastiche soprattutto nelle categorie del fitness.
Anche nel settore dei piccoli attrezzi abbiamo assistito alla scomparsa di quegli attrezzi classici che hanno costituito per decenni la fornitura fissa delle palestre scolastiche.
Difficile ormai trovare appoggi Baumann (piccoli ceppi scolpiti nel legno) oppure le clavette sempre in legno. Anche bacchette e cerchi sono sempre più rari così come i plinti, panche e scale curve. L’evoluzione delle proposte motorie è fortemente influenzata dall’evoluzione tecnologica, gli attrezzi sono di materiale sintetico, leggeri, maneggevoli, inoltre si cerca di associare al movimento un’idea di divertimento e svago in modo da attirare più facilmente praticanti in società sportive e strutture private.
Tutto questo può rappresentare un vantaggio se si considera l’attività motoria come un bene per la salute pubblica.
Fino agli anni 80 la proposta motoria era quasi esclusivamente agonistica e rivolta quindi ad una parte di popolazione molto limitata, quei giovani che potevano praticare attività sportiva in una società che li preparava per le competizioni. Oggi i molti centri ginnici attrezzati consentono anche a chi non ha velleità o capacità agonistiche di praticare una attività congeniale e gradita.
Il movimento è quindi accessibile a persone di tutte le età e sempre più viene considerato elemento fondamentale per mantenere in salute l’organismo, permane la condizione essenziale che queste attività vengano svolte sotto la guida di personale qualificato per evitare l’effetto opposto di creare danni all’apparato locomotore e non solo.
Qualsiasi attività motoria comporta forti sollecitazioni a carico di ossa, muscoli ed articolazioni, non è sufficiente seguire tabelle magari scaricate da programmi trovati sul web, ciò che è fondamentale è l’esecuzione del gesto e l’adattamento di quel gesto alle caratteristiche fisiologiche di chi lo esegue.

Scienze motorie