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Il concetto di doping

Autore: prof. Dario D’Ottavio

Il doping è un concetto molto semplice da esprimere perché è l’esatto contrario di fair play.
Laddove il fair play è onestà e competizione leale, il doping è invece il tentativo di utilizzare mezzi illeciti per migliorare le proprie prestazioni sportive e quindi affermarsi illecitamente nelle competizioni.
L' origine di questo termine è controversa. Alcuni sostengono che trattasi di un sostantivo sudafricano che indica una bevanda stimolante utilizzata in alcune cerimonie religiose. Altri sostengono che deriva dall'olandese doop, "salsa". Oggi ufficialmente è un lemma inglese, riportato correntemente da tutti i vocabolari, che deriva dal verbo "to dope", "drogare".
Come detto in precedenza, il doping era praticato sin dai tempi dell'antica Grecia; nella Cina Imperiale si utilizzavano estratti di edera (contenente efedrina, una sostanza stimolante). E' tra l'altro riportato storicamente, l'uso nei secoli in Sud America, delle foglie  di Coca, per affrontare competizioni podistiche di centinaia di chilometri. Altrettanto conosciuto nel Centro e Nord America l'uso del peyotl, un fungo, in grado di migliorare le prestazioni nella corsa. Nel 1800 compare in Francia una bevanda nota come "Vin Maraini", una mistura di vino e foglie di Coca; nel 900 era comune l'uso da parte dei maratoneti di uno stimolante popolare quale la stricnina. Le amfetamine fanno la loro comparsa nella Seconda Guerra Mondiale per aumentare il "rendimento" dei militari e diminuire i "tempi di recupero" della stanchezza.. Negli anni 70 da parte dei paesi dell'Est è "doping di Stato". E' il periodo dei blocchi contrapposti Est-Ovest, della guerra "fredda". La supremazia nello sport diventa un modo per affermare la superiorità di un modello politico sull'altro; noncuranti dei danni alla salute e delle "morti" sempre piu' frequenti. Accanto ai clamorosi decessi per amfetamine (Knut Jensen - Roma Olimpiadi 1960 e Tom Simpson Tour de France 1967) si diffondono neoplasie e problemi all'apparato urogenitale. Il caso più clamoroso è quello della "pesista" Heidi Krieger che per abuso di sostanze anabolizzanti è costretta a cambiare sesso.
L'Occidente si adegua, è doping di Stato e anche l'Italia non ne esce indenne. Si susseguono le indagini giudiziarie e il tutto viene circoscritto dalla prescrizione. Il Doping si è evoluto, la nuova generazione di farmaci la fa  da padrone. L'incremento di prestazione è tale che, il più delle volte, nemmeno l'atleta più forte è in grado di colmare il "gap" farmacologico. Sono gli anni 80'. Dopo la comparsa delle sostanze anabolizzanti negli anni 60, gli USA introducono nel mercato l'ormone della crescita, dapprima ottenuto per estrazione dall'ipofisi di cadaveri umani (quindi a rischio "mucca pazza") e soltanto parecchi anni dopo con tecniche DNA-ricombinanti. L'insulina sembra "silente", ma i sequestri effettuati dai Carabinieri NAS nel blitz al giro d'Italia 2001 dimostrano che se ne fa un uso sconsiderato ed imprevisto. Sono gli anni in cui appare "la regina del doping" : l'EPO (eritropoietina o epoetina). Questo ormone che stimola la produzione dei globuli rossi sostituisce le obsolete trasfusioni che già avevano stravolto le prestazioni degli Sport di resistenza. La FCI è costretta ad imporre il limite dell'ematocrito (percentuale della massa di globuli rossi rispetto alla massa totale di sangue) al 50% per porre un freno al suo utilizzo per evitarne i gravi effetti collaterali. Ma non basta per contrastare le tecniche di mascheramento che si fanno sempre più evolute. Accanto all'EPO e all'EPO modificata, altri micidiali farmaci che aumentano la disponibilità di ossigeno sono in fase di studio ed alcuni raggiungono il mercato : perfluorocarburi, emoglobine modificate e modificatori allosterici dell'emoglobina. Il Laboratorio antidoping non riesce a reggere "il passo" del fenomeno. Sono troppe le sostanze che debbono essere rilevate e non sempre i metodi sono efficaci per farlo. Come se non bastasse vengono introdotti sul mercato "i fattori di rilascio ormonale" ed altri fattori di crescita che rendono ancor più difficile l'evidenziazione delle "positività". Si corre ai ripari. Negli anni 2000 fa la sua apparizione embrionale "il passaporto biologico" che consiste nel monitorare le caratteristiche biochimiche del sangue dell'atleta ed intervenire se deviano dalle normali variazioni fisiologiche. Nasce così il primo progetto, ad opera della Commissione scientifica del CONI, "Io non rischio salute". Il progetto però ha vita brevissima. A seguito della pubblicazione dei nomi di atleti con valori di GH sospetti da parte di un quotidiano la Commissione si dimette in blocco. Il progetto innovativo viene praticamente sospeso. Ma non è tutto. Il doping genetico bussa alle porte, è il doping del "futuro", dell'atleta costruito in Laboratorio che probabilmente porterà i presupposti limiti "umani" ben al di sopra (o sotto) di quelli scientificamente ipotizzati.
In questo contesto è evidente che il problema non è più soltanto sportivo in quanto incide in modo determinante sulla salute degli atleti ed occorrono per contrastarlo mezzi idonei , quali programmi e progetti che implichino l'intervento sinergico delle Istituzioni.
Tra gli eventi più importanti ricordiamo la Convenzione Globale contro il doping, tra Consiglio d'Europa ed Unesco (Copenaghen marzo 2003), che conferisce alla WADA (AMA - Agenzia Mondiale Antidoping) il ruolo di riferimento per le strategie da adottare per la lotta al doping. Nel 2004 la WADA sancisce il nuovo Codice Mondiale Antidoping e la Nuova lista delle sostanze e delle pratiche dopanti. L'AMA viene riconosciuta come Ente dotato di personalità Giuridica di diritto internazionale.
L'Italia si caratterizza come paese all'avanguardia nella lotta al doping con la promulgazione della Legge 377/2000 approvata all'unanimità dai due rami del Parlamento : il doping diventa "reato penale":
Gli elementi fondamentali su cui si basa la lotta al doping sono 2 : la lista delle sostanze e metodi vietati ed i controlli antidoping.
Nel 2002 la Commissione di Vigilanza per l'applicazione delle Legge sul doping (CVD) "vara" la prima lista di sostanze e metodi vietati sulla base delle raccomandazioni previste dalla sopracitata Convenzione di Strasburgo. "Il parto" non è facile. Esistono problemi oggettivi derivanti dalla "certezza del diritto" per cui "tutte" le sostanze debbono essere specificate, a differenza della lista WADA che utilizza il generico termine "e affini".  Tra l'altro non essendo ben esplicitati i criteri di formulazione e classificazione delle sostanze la lista appare ben lungi dall'essere esaustiva. Comunque, dato l'obbligatorio aggiornamento annuale finalmente si inizia.
L'elenco delle sostanze vietate, come dalla Lista WADA 2013 viene riportato schematicamente nella tabelle seguenti.

 

SOSTANZE E METODI PROIBITI SIA IN CHE FUORI COMPETIZIONE

S0.  Qualsiasi sostanza, non riportata successivamente e non regolarmente approvata dall' Autorità Sanitaria per uso terapeutico (es. Farmaci in fase di sperimentazione o per uso veterinario)

S1. Agenti Anabolizzanti
1) Steroidi Androgenici Anabolizzanti (AAS)
2) Altri agenti Anabolizzanti inclusi, ma non limitati a : Clenbuterolo, modulatori selettivi dei recettori degli androgeni (SARMs), tibolone, zerenol, zilpaterolo.

S2., Ormoni peptidici, fattori di crescita e sostanze correlate
1) Sostanze che stimolano l'eritropoiesi
2) Gonadotropine
3) Corticotropine
4) Fattori di crescita

S3. Beta-2-Agonisti

S4. Ormoni e modulatori metabolici.
1)  Inibitori delle aromatasi.
2)  selettivi dei recettori per estrogeni
3) Altre sostanze anti-estrogeniche
4) Agenti che modificano le funzioni della miostatina
5) Modulatori metabolici
a) Insuline
b) Agonisti del PPAR

S5. Diuretici ed altri agenti mascheranti.

METODI PROIBITI

M1. Manipolazione del sangue e delle sue componenti
1) Trasfusioni omologhe, autologhe ed eterologhe o globuli rossi di qualsiasi origine
2) Au mento artificiale del trasporto di Ossigeno inclusi ma non limitati a Perfluorocarburi, modificatori allosterici dell'emoglobina (RSR13), Emoglobine sintetiche e/o modificare escluso il supplemento di ossigeno.

M2. Manipolazioni chimiche o fisiche
1) Attività indirizzate ad alterare l'integrità e la validità del campione. (sostituzione, e/o adulterazione
2) Infusioni e/o iniezioni maggiori di 50 mL in un periodo antecedente le 6 ore se non legittimate da prescrizione medica

M3. Doping Genetico
1) Trasferimento di polimeri degli acidi nucleici o analoghi degli acidi nucleici.
2) Uso di cellule normali o geneticamente modificate.

SOSTANZE E METODI PROIBITI IN COMPETIZIONE

S6. Stimolanti
a) Stimolanti non specifici
b) Stimolanti specifici.

S7. Narcotici

S8. cannabinoidi

S9 Glucorticoidi

Di seguito si descrivono brevemente le caratteristiche farmacologiche e gli effetti collaterali conseguenti all'uso/abuso delle classi di sostanze di maggior interesse.
Agenti Anabolizzanti.
Sono dei derivati dell'ormone maschile testosterone. Vengono normalmente utilizzati a scopo terapeutico in pediatria nel trattamento della pubertà ritardata, aplasia, anemia ed ipogonadismo.Espletano la loro azione aumentando la sintesi proteica, incrementando la massa corporea attraverso diversi meccanismi biochimici. Oltre l'effetto anabolizzante, l'incremento della massa corporea è dovuto anche all'attività anti-catabolizzante. Sono associati all'abuso di queste sostanze, l'infarto del miocardio e gravi alterazioni della funzionalità epatica. A carico dell'apparato riproduttivo si riscontra diminuzione della produzione di spermatozoi (sino all'azospermia) con conseguente ginecomastia,   e riduzione del volume dei testicoli (sino alla castrazione chimica). Nelle donne, è associato all'aumento della libido, l'insorgenza di acne, peluria, mascolinizzazione della voce e ingrossamento del clitoride. Ulteriori effetti negativi sono rappresentati dall'aumento del Colesterolo LDL (cattivo), dalla diminuzione della frazione HDL (buono) e dall'aumento dell'escrezione di estrogeni. Compaiono inoltre euforia, aggressività, irritabilità, tensione nervosa, mania e psicosi. Correlati all'uso di queste sostanze sono anche delusione, allucinazioni, anoressia, imperatività e megalomania.
Ormoni, Ormoni peptidici, Sostanze ad azione mimetica.
Gonadotropine corioniche (HCG).
E' ben conosciuto che la somministrazione in soggetti di sesso maschile di HCG ed altri composti con relativa attività comporti un incremento della produzione di steroidi androgenici. Questo fenomeno è considerato equivalente alla somministrazione di Testosterone.
Antigonadotropine.
Sono sostanze che si legano ai recettori per le gonadotropine. Le azioni esercitate sono comunque complesse  e diverse. Nel caso del Danazolo ne è accertato l'effetto anabolizzante.
Ormoni liberatori delle Gonadotropine (derivati e complessi)
Sono sostanze sintetiche la cui sequenza amminoacidica (9 amminoacidi) riptoduce fedelmente quella degli analoghi naturali che consentono il rilasci delle gonadotropine. Manifestano un'attività più elevata degli ormoni naturali e sono utilizzati nel trattamento del carcinoma della prostata. a livello terapeutico riducono l'attività del testicolo riducendo la produzione di androgeni.
Corticotropina (ACTH)
La Corticotropina viene utilizzata per innalzare il livello ematico dei corticosteroidi endogeni. E' da notare che provoca la sensazione di euforia tipica di quest'ultimi. La somministrazione di corticotropina è considerata essere equivalente alla somministrazione orale, intramuscolare ed endovenosa di corticosteroidi.

Stimolanti.
Le sostanze appartenenti a questa classe  hanno in comune l'azione stimolante sul Sistema nervoso Centrale. Comunque molti di questi composti espletano anche in'azione diretta sulle funzioni del Sistema Nervoso Simpatico, in particolare a carico del'apparato cardiovascolare. Il meccanismo di azione prevalente consiste nell'aumento del rilascio di neurotrasmettitori (adrenalina, noradrenalina, dopamina) o nella diminuzione della loro ricaptazione. Altresì, agiscono anche per azione diretta sui recettori pre-sinaptici.
Data la molteplicità di queste sostanze e delle differenze nei meccanismi di azione anche gli effetti collaterali variano da sostanza a sostanza. Per comodità di seguito venngono riportati cumulativamente quelli più significativi :
Ipertensione, bradicardica riflessa e disturbi cardiaci, nausea, cefalea, fotofobia,  tremori, vertigini,irrequietezza, nervosismo, dilatazione della pupilla ed aumento della pressione endoculare, disturbi della minzione, iperglicemia. Nei casi piu' gravi aritmie e arresto cardiaco irreversibile.
Beta 2 agonisti
Sono classificati nelle sostanze stimolanti a seconda della dose assunta, infatti, alcuni di questi se somministrati in quantità più elevate presentano caratteristiche anabolizzanti. Agiscono prevalentemente sui recettori beta 2 provocando effetti stimolanti sul SSC ,producendo una azione stimolante sulla muscolatura liscia, una eccitazione della funzione cardiaca ed azioni di tipo metabolico - endocrino. Lo scopo principale di questi composti risiede nella possibilità di produrre un rilassamento della muscolatura liscia. I beta 2 agonisti vengono infatti utilizzati prevalentemente come broncodilatatori onde prevenire e trattare i sintomi derivanti da esercizi che potrebbero provocare l'asma. Nel mondo dello sport, uno dei più conosciuti è il Clenbuterolo noto come "agente ripartizionante" in quanto in grado di manipolare la crescita del corpo aumentandone la composizione proteica e diminuendone la composizione in grassi.
Gli effetti collaterali più comuni che insorgono  dall'uso/abuso di questi farmaci si risconta : Tremore, tachicardia, ansietà, palpitazioni, mal di testa, anoressia ed insonnia. Gli effetti più gravi, dose/dipendenti, rilevati sono l'ipertrofia del muscolo cardiaco, l'aritmia e l'infarto del miocardio.
Diuretici ed Agenti mascheranti.
I diuretici sono utilizzati nella pratica clinica per il trattamento dell'ipertensione e per la riduzione di particolari tipi di edemi. Aumentano l'escrezione renale di acqua ed elettroliti come conseguenza della loro azione di disturbo sul trasporto ionico del nefrone. Ne esistono tipi diversi a seconda delle loro modalità di azione. Si ricordano gli inibitori dell'anidrazi carbonica, , i derivati solfonammidici ,gli acidi fenossiacetici i benzotiazinici ed i diuretici osmotici.
L'effetto degli inibitori dell'anidrasi carbonica riduce l'escrezione di sostanze dopanti di carattere basico. Ciò è dovuto all'aumento del pH delle urine. L'effetto è tale che la concentrazione urinaria di queste sostanze può scendere al di sotto della sensibilità dei metodi utilizzati per la loro determinazione rendendo inutile il controllo antidoping.
Gli effetti collaterali riscontrati sono in stretta correlazione con lo squilibrio elettrolitico provocato dall'ingente quantità di sali escreti con le urine.  
Ormone della crescita (Somatotropo h-GH)
L'ormone della crescita è usato a scopi terapeutici per ripristinare il deficit dello stesso nelle patologie pediatriche. E' secreto dalla ghiandola pituitaria ed i suoi valori sierici sono variabili nell'arco della giornata a causa di un rilascio intermittente e pulsatile. Può essere influenzato da molteplici fattori inclusi sonno, esercizio, stress,ipoglicemia, e dagli agonisti adrenergici e dopaminergici. L'azione farmacologica consiste in un effetto insulino - simile, che da origine ad un aumento della captazione di glucosio ed amminoacidi ed auna diminuita lipolisi. Nel giro di poche ore l'effetto si trasforma in insulino - antagonista con una diminuzione di captazione del glucosio ed un aumento della lipolisi. La sua prima funzione è la generazione di somatomedina >(IGF-1), fattore di crescita insulino dipendente. Quest'ultima promuove l'anabolismo facilitando la crescita dei muscoli, della cartilagine e delle ossa stimolando la captazione di solfato. Ha un potente effetto sul metabolismo dei carboidrati e dei lipidi in quanto indirizza il metabolismo verso l'uso dei grassi. I suoi effetti lipolitici consentono di diminuire "il grasso" ed aumentare la massa magra del corpo; questa caratteristica ha indotto i culturisti a considerarla come molecola di elezione.
Gli effetti collaterali associati alla somministrazione di questa molecola sono rappresentati da acromegalia con associata miopatia, neuropatie periferiche, intolleranza al glucosio, aumenti plasmatici del colesterolo e dei trigliceridi, malattie arteri coronariche e cardiomiopatie. Attualmente non sono disponibili test efficaci per evidenziare una assunzione pregressa di questa sostanza.
Eritropoietina (EPO).
E', ed a ragione, considerata "la Regina" del doping. E' prodotta prevalentemente a livello del rene che funziona come regolatore della sintesi dei globuli rossi. L' Epo è utilizzata per aumentare la resistenza degli atleti in condizioni di anaerobiosi in quanto produce effetti similari ed amplificati a quelli ottenuti con le trasfusioni.
Gli effetti derivanti dalla somministrazione di EPO sono dose/dipendenti. L'ipertensione e l'iperviscosità sono due potenziali effetti avversi. I sintomi dell'iperviscosità inducono mal di testa, vertigini,cambiamenti della visione,angina e claudicaziione. Gli atleti possono anche incorrere in fenomeni di ipossia tromboembolica a causa dell'ispessimento del sangue. Alcuni ciclisti europei sono misteriosamente deceduti nel sonno. E' stato ipotizzato che l'EPO abbia prodotto uno sludging vascolare che, amplificato dalla disidratazione, ha causato un'occlusione delle arterie coronariche. In ultimo, l'insorgenza di leucemie, in pazienti trattati al'ungo termine con questa sostanza comincia ad averne una certa significatività statistica.
Insulina
E' un ormone proteico di piccole dimensioni prodotto dal pancreas che espleta la sua azione attraverso meccanismi assai complessi. L'effetto più importante di questa molecola consiste nell'attivazione di molecole di trasporto che facilitano il passaggio di glucosio attraverso le membrane cellulari. A livello epatico favorisce l'accumulo di glicogeno (polimero del glucosio), riduce la produzione di urea, riduce il catabolismo proteico, promuove la formazione di trigliceridi ed aumenta la captazione di potassio e fosfato. A livello muscolare promuove un aumento della sintesi proteica aumentando il trasporto di amminoacidi e stimolando l'attività ribosomiale. Appare quindi evidente il ruolo che questa molecola espleta nel doping, infatti, oltre agli effetti anabolizzanti, è in grado di consentire un accumulo di glicogeno (prima della gara) ed il rapido ripristino delle riserve energetiche (fine gara). Tra gli effetti collaterali si osserva oltre l'ipoglicemia ( sino al "coma ipoglicemico"), l'ipertensione, la formazione di anticorpi antiinsuluna con la possibilità dell'istaurarsi di allergie o resistenze immunitarie al farmaco e la lipodistrofia nel sito dell'iniezione.

 

DOPING GENETICO

Le ultime ricerche hanno dimostrato che oltre 200 geni caratterizzano la prestazione sportiva e su questa assunzione si baserà l'applicazione futura ( o presente) del doping Genetico. Purtroppo i progressi inevitabili (per fortuna) della Farmacologia rappresentano un bacino inesauribile per la scienza del doping.
Si potrà essere in grado, in base al suo "curriculum genetico" selezionare il "campione" ed andare ad interagire con l'assetto genetico esaltando le caratteristiche positive e riducendo quelle negative. Già sono operativi studi per l'indirizzo delle fibre muscolari, lente o veloci a seconda dell'attività praticata. Gli inibitori della miostatina sono già disponibili e la possibilità di aumentare la massa muscolare senza ghli effetti collaterali delle sostanze anabolizzanti è cosa possibile. Non solo, introducendo o reprimendo alcuni geni, esperimenti su cavie, hanno portato alla produzione di "esseri instancabili" che si autosopprimono a seguito della tossicità dell'enorme quantità di radicali liberi associata all'esercizio spinto  
Al di là degli ormai noti fattori di crescita (fibroblast grwth factors, Hepatocyte growth factors,Insili-like-factor-1,Mechano growth factor, Platelet-Derived-Growth factor, Vascular-endothelial growth factor) l’aspetto più inquietante è l’utilizzo del doping genetico per la produzione di fattori di crescita endogeni.
Partendo dall’apparato muscolare, è noto che le cellule che lo costituiscono, alla stregua delle cellule nervose, non replicano e sono in numero costante per tutta la durata della vita. Sia da giovani che da vecchi, l’ipertrofia muscolare può essere sviluppata soltanto attraverso lo sviluppo di delle miofibrille contenute all’intero della cellula. Questo si ottiene attraverso lo stress muscolare che attiva  uno stimolo al gene preposto ad aumentare la sintesi di proteine contrattili quali actina e miosina.
Ovviamente l’utilizzo delle tecnologia DNA ricombinante che permette di ottenere preparati puri di frammenti dello stesso codificanti la proteina desiderata consente di poter artificalmente riprodurre tutti i fattori di crescita desiderati. Fortunatamente i prodotti farmaceutici attualmente utilizzati, ottenuti in vitro, differiscono da quelli umani in quanto proteine coniugate diversamente da quelle di origine endogena e su questa differenza, qualora l’emivita della molecola lo consenta sono basati i metodi antidoping.
Ma il discorso si complica qualora tali molecole vengano prodotte all’interno dell’organismo tramite transvettazione virale.
Il processo è abbastanza semplice ma estremamente rischioso. Infatti, si usa un virus ( generalmente un adenovirus) cui è stata eliminata la componente patogena, il frammento “innocuo” viene ibridizzato con un frammento di DNA che codifichi la proteina di interesse (epo, gH insulina etc).L’bridoma attraverso i recettori virali delle cellule penetra nella cellula ove si ha un riarrangiamento del DNA. La cellula col DNA modificato inizia ha produrre la proteina codificata dal nuovo frammento inserito ed il prodotto finale è praticamente identico a quello di origine endogena e quindi non identificabile dalle tecniche in uso. Comunque l’applicazione di questa tecnica è assai pericolosa in quando non si ha l’assoluta certezza di aver completamente isolato la componente infettiva del virus. Alcune sperimentazioni “in vivo” sono state sospese in quanto infezioni virali, sia pur non frequenti, hanno dato esiti fatali.

 

Da quanto sopra descritto si possono evincere l’estreme difficoltà che si incontrano nell’instaurazione di metodologie esaustive in grado di sconfiggere il doping soltanto con l’ausilio degli attuali test diagnostici disponibili.
Infatti, se da una parte le analisi antidoping, avvalendosi di nuove tecnologie e metodiche cercano di colmare il"gap" esistente, gli atleti ricorrono sempre a nuove sostanze e nuove metodologie per eludere i controlli. La "guerra" sembrerebbe perduta in partenza, ma la vastità del fenomeno ed i danni alla salute che comporta, hanno messo in moto una serie di iniziative irreversibili che fanno ben sperare. Il passaporto biologico comincia ad essere operativo ed univocamente accettato. altri tipi di monitoraggio come quello antropometrico e termodinamico sono allo studio. Basterebbe soltanto che la volontà "politica" si attivi,  per rendere reali le prospettive di   arginare quantomeno il fenomeno se non debellarlo.
Esistono varie posizioni circa le strategie da adottare ed alcune di queste, a mio avviso, non supportate da sufficienti argomentazioni scientifiche. Alcuni affermano che i test antidoping debbano essere effettuati più frequentemente e con strumentazione ad elevata sensibiiità estendendo prevalentemente l'attività analitica al di fuori delle competizioni. Altri affermano che, vietando l'uso di farmaci conosciuti dal punto di vista farmacologico si spingono gli atleti verso la ricerca di molecole alternative di cui si conosce poco o nulla,   sia per quanto riguarda gli effetti collaterali a breve che a lungo termine. Altri ancora sostengono (ipotesi non condivisibile) che i test dovrebbero essere quantitativi piuttosto che qualitativi allo scopo di prevenire l'uso eccessivo di farmaci. Ma il fenomeno è assai complesso ed una trattazione completa, oltre che non essere compito di questo testo, è lunga e complessa. In primo luogo l' illiceità del fenomeno che , con l'omertà diffusa che comporta, impedisce una conoscenza approfondita della quantità e qualità dei farmaci utilizzati nonché le modalità di somministrazione rendendo difficile ipotizzare i tempi ottimali per i   "controlli a sorpresa".
Ma quali sono le motivazioni che spingono un atleta al doping pur con la consapevolezza dei rischi che corre sia in tema di sanzioni sportive e penali che in termini di salute?.
Possiamo scindere la domanda in due risposte che si riferiscono agli sportivi professionisti e a quelli amatoriali in quanto il fenomeno si può verificare in entrambe le categorie.
Per il professionista il motivo è chiaro: ne ricava un guadagno maggiore.
E comunque oltre al guadagno c’è il prestigio, la pressione di sponsor, pubblico e mass media. Probabilmente il professionista si trova coinvolto in un meccanismo dal quale ha difficoltà ad uscire.
Queste affermazioni non sono certo giustificazioni ma una semplice ricerca delle motivazioni che spingono un atleta alla ricerca di mezzi illeciti per ottenere una prestazione migliore.
La continua necessità di performance sempre elevata, lo stress fisico ed emotivo, tutte componenti che in un momento di calo di forma possono spingere alla ricerca di quello che viene definito “aiutino”.
Per il dilettante invece  semplicemente, anche a ricercarle, non ci sono attenuanti o giustificazioni. Chi sceglie di fare sport per diletto (appunto dilettante) deve farlo proprio con lo spirito con il quale ha scelto di misurare le sue capacità motorie: divertirsi, migliorare il suo stato di forma, trascorrere del tempo in allegria con gli amici. Tutte scelte che fanno a pugni con un eventuale utilizzo di sostanze proibite.
Perché quindi l’atleta non dovrebbe doparsi?
Possiamo quindi riassumere che i maggiori responsabili della diffusione del doping sono il professionismo sportivo, la scarsa formazione sportiva del pubblico sempre alla ricerca di prestazioni esaltanti, il protagonismo, l'intento speculativo degli atleti e di coloro che li circondano, la diseducazione familiare. Inoltre motivazioni di carattere psicologico non sono estranee vedi il calo sportivo conseguente ad una condotta di vita inidonea per ottenere prestazioni atletiche di rilievo ed il calo di notorietà dovuto all'inevitabile declino dell'atlet col passar degli anni.
Ma oltre i problemi connessi alla salute l'altro aspetto negativo fondamentale è l'inganno e la truffa che si perpetra nei confronti degli altri partecipati relegando l'etica sportiva al ruolo di optional o meno.
Ma è sufficiente l'attività di controllo e le sanzioni penali e sportive che incombono e l'attività delle forze dell'ordine, che con i continui e cospicui sequestri impediscono a gran parte delle sostanze di raggiungere il mercato clandestino, a debellare il fenomeno?.
No, non crediamo che sia possibile se non integrata da una capillare e mirata attività di formazione ed informazione che coinvolga gli  addetti ai lavori ed in particolare "i giovani". Tra l'altro viviamo o non viviamo in una società "dopata", ovvero, quella dell'apparire e non dell'essere?Rimbocchiamoci le maniche...possiamo farcela.

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