icon

SPORT, CINEMA, FAIR PLAY: LA LEGGENDA DI BAGGER VANCE

Autore: prof. Danilo Ramirez

 

Cast Matt Damon, Charlize Theron, Will Smith, Bruce Mcgill, Lane Smith, Andrea Powell, Joel Fretsch, Jack Lemmon
Regia Robert Redford      Nazione USA     Anno  2000     Durata 02:02:00
Tratto dall'omonimo romanzo di Steven Pressfield.
Rannulph Junuh è un giovane e promettente giocatore di golf che, dopo aver vissuto la straziante esperienza della prima guerra mondiale, perde il suo eccezionale swing, il movimento oscillatorio con cui colpiva impeccabilmente la pallina. Considerato un tempo il miglior sportivo di Savannah, in Georgia, Junuh aveva anche saputo rapire il cuore di Adele, la bella ereditiera della città. Ma l'esperienza del fronte e l'alcool l'avevano trasformato in un inetto, indifferente al golf e alla donna amata. Quando gli viene offerta l'opportunità di riscattarsi, partecipando ad un torneo di golfisti famosi organizzato proprio nella sua città, Junuh deve riconquistare il suo infallibile swing ed il rispetto per sè stesso. Ma per farlo ci vorrebbe un miracolo che si manifesta nella figura di un misterioso caddy di nome Bagger Vance.  
Alcuni film sanno trasmettere allo spettatore le emozioni di chi ha vissuto lo sport da protagonista con quelle sensazioni che solo certi momenti sul campo, durante la gara, possono provocare.
Robert Redford è stato un grande attore del cinema classico americano ma anche un regista coraggioso che ha sempre scelto temi interessanti e non facili, storie che non hanno mai lasciato lo spettatore indifferente.
La leggenda di Bagger Vance non è solo una bella storia di redenzione, oppure diciamo della seconda opportunità: sei stato un grande campione, ti sei perso, ora puoi tornare con la determinazione, l’impegno e la classe.
Il film sa anche trasportare sullo schermo elementi fondamentali ed universali dello sport come la capacità di concentrazione e il fair play assoluto.
La partita finale inizia male per Rannulph che non trova il colpo; quando tutto sembra girare per il peggio, il surreale personaggio interpretato da Will Smith, Bagger Vance, lo aiuta a trovare la concentrazione: “Ci sei solo tu….. quella palla….quella bandiera ….”
Il pubblico lentamente scompare, il giocatore si vede solo sul campo, lui e il punto dove deve far arrivare la pallina. La concentrazione dell’atleta è proprio questa: la capacità di diventare un tutt’uno col gesto e non sentire nulla intorno. Possono esserci dieci persone o mille o centomila, nel momento del massimo impegno l’atleta è solo con se stesso e sa mettere tutte le sue forze in quell’atto che gli farà raggiungere il risultato che si è prefissato. A volte vediamo atleti fare gesti strani, ripetere movimenti come se fossero in trance, è proprio la ricerca della concentrazione che ognuno raggiunge con una sua modalità personale.
La partita diviene sempre più entusiasmante perché Junuh ritorna il campione che era e si trova colpo a colpo con i due migliori giocatori degli Stati Uniti. Le palline dell’ultima buca vengono giocate al buio di fronte ad un pubblico che affolla il campo per assistere alle prodezze dell’atleta di casa. Ed ecco il fatto. Mentre Rannulph toglie qualche filo d’erba intorno alla pallina, questa si sposta di pochi centimetri. In quel momento il pubblico è lontano e assistono alla scena solo Bagger Vance e il giovane Hardy, un ragazzino che assiste il giocatore e il suo caddy. Rannulph si ferma, guarda la pallina e dice: “La palla si è mossa, devo assegnarmi una penalità”. Giusta affermazione in base al regolamento. Il ragazzino lo ferma: “Non lo faccia, abbiamo visto solo io e lei, si è spostata di pochissimo, non conta nulla, non lo saprò nessuno!”. Il giocatore lo guarda fisso negli occhi: “Ma io lo so e anche tu lo sai” e va ad autodenunciarsi. Persino i due avversari e il giudice arbitro tentano di convincere Junuh che magari si è sbagliato ma lui irremovibile chiede l’assegnazione della penalità, cioè un colpo in più che in quel momento del match può significare la vittoria o la sconfitta.
Può sembrare puro autolesionismo ma questo in realtà è il fair play assoluto: anche se nessuno sa, io ho commesso una irregolarità e la mia onestà di atleta mi obbliga a dichiararla, se devo vincere lo devo fare rispettando tutte le regole.
Lo sport come metafora della vita, la filosofia della competizione, la possibilità di raggiungere il risultato anche quando tutto sembra perduto, l'onestà e la solidarietà, il rispetto.
Da segnalare in un piccolo cameo (il termine cameo indica  nello spettacolo la breve, a volte brevissima apparizione, di un attore generalmente importante)  l’ultima presenza sul grande schermo di Jack Lemmon, uno dei più importanti attori della storia del cinema americano, pochi mesi prima della morte. Lemmon è la voce narrante della storia, il piccolo Hardy che ormai anziano racconta la storia di Rannulph Junuh ed appare solo nella prima e nell’ultima inquadratura del film.
Il suo nome non appare neppure nei titoli di coda, in gergo tecnico si dice che non è accreditato, così come prevede la regola del cameo.

 

Scienze motorie