icon

LETTERATURA, CINEMA, SPORT

Autore: prof. Danilo Ramirez


ROLLERBALL (Usa 1975) di Norman Jewison con James Caan, durata 115’
La storia della letteratura si è spesso cimentata nella creazione di mondi distopici. Questo aggettivo che può sembrare ostile sta semplicemente a significare l’invenzione di una realtà peggiore di quella in cui viviamo, ed è stato coniato sull’opposto di utopico che, come ben sappiamo, ci indica un mondo ideale e perfetto.
Ci sono molti esempi, probabilmente il più famoso è 1984 di George Orwell.
Scritto nel 1948, il titolo deriva dall’inversione delle ultime due cifre, questo romanzo è ambientato in un mondo diviso in tre grandi potenze (Oceania, Eurasia ed Estasia) che mantengono il controllo sulla società attraverso la guerra perenne tra di loro.
In Oceania, dove è ambientato il romanzo, c’è un unico partito guidato dal Grande Fratello (ecco da dove ha origine un termine conosciuto in seguito per motivi di spettacolo televisivo), personaggio che tiene perennemente sotto controllo tutti i cittadini e che nessuno ha mai visto di persona.
Altro romanzo distopico è Fahreneit 451 di Ray Bradbury (in una cupa società futura non si possono avere libri ed esiste un corpo di polizia che li cerca per bruciarli ed arrestare chi li nasconde).
Il capostipite di questi racconti è sicuramente  IL mondo nuovo scritto da Aldous Huxley nel 1932.
Da questi romanzi sono stati tratti film e sceneggiati televisivi, le loro previsioni pessimistiche hanno fatto discutere generazioni di intellettuali e di lettori.
Rollerball non è tratto da romanzi ma si inserisce a pieno titolo nel filone dei racconti di questo genere.
Ambientato nel 2018 (anno che appariva molto lontano al tempo della sua realizzazione come del resto il 1984 a Orwell) quando sulla terra non ci sono più governi o nazioni e tutto il mondo è comandato da una grande Corporazione i cui dirigenti controllano l’intero pianeta.
La guerra, il crimine sono sostituiti da forme di svago, tra le quali una delle più gradite è il Rollerball, gioco estremamente violento il cui campionato si svolge a livello mondiale tra squadre che rappresentano le più grandi città della terra.
La partita si effettua su un anello circolare, tipo pista da ciclismo, tra due squadre i cui giocatori si muovono su pattini o su moto; l’obiettivo, o meglio il punto, viene ottenuto mettendo una sfera di acciaio in una buca magnetica.
Praticamente è la trasposizione del goal, o canestro, o meta: la palla in questo caso è di metallo e non deve essere lanciata ma posata.
Per fare il punto, o impedirlo all’altra squadra, sono ammessi scontri durissimi che non di rado procurano gravi ferite ai giocatori, in rari casi anche la morte.
Il pubblico partecipa con un tifo sfrenato, i giocatori del Rollerball sono gli eroi dell’immaginario collettivo, guerrieri invincibili.
Il protagonista, Jonathan, interpretato da un ottimo James Caan, è il capitano della squadra di Houston, campione in carica, ed è il giocatore più famoso del mondo, una specie di mito in attività da dieci anni quando, proprio a causa della violenza del gioco, la carriera di un atleta del Rollerball non dura più di due o tre anni.
Il consiglio direttivo della Corporazione decide che Jonathan si deve ritirare e glielo comunica, il giocatore non è d’accordo e, nel cercare le motivazioni a questa decisione che non comprende, si addentra nei meccanismi direttivi (tutte le pubblicazioni storiche non manipolate sono contenute nel computer del centro dati a Ginevra) scoprendo che la vita di tutta la popolazione mondiale, le relazioni sociali, i fatti di cronaca, tutto ciò che accade in realtà è stato deciso dalla corporazione che governa il pianeta.
Anche la sua stessa vita privata,la moglie che gli hanno scelto e che gli hanno portato via, la sua carriera stessa.
Proprio per questo motivo è giunta l’imposizione a ritirarsi: l’uomo sta diventando più popolare del gioco e questo può diventare pericoloso per l’equilibrio sociale.
Jonathan rifiuta di ritirarsi e sfida i dirigenti proprio in vista delle ultime partite del campionato, la semifinale di Tokio e la finale di New York.
Le regole vengono cambiate per rendere durissima la carriera del giocatore ribelle alla volontà del potere: nell’ultima partita niente limiti di tempo o penalità, una vera battaglia dove lo sport ormai è secondario, ciò che conta è la sfida dell’uomo per affermare la sua libertà di scelta.
Rollerball è già di per sé un buon film, premiato con il Saturn Award nel 1975 dall’Academy of Science Fiction, ma assume un valore particolare perché è  uno dei rari film di fantascienza sportiva.
Accade raramente infatti che il cinema inventi discipline non esistenti, la grande maggioranza delle storie riguardano attività conosciute e praticate.
In questo caso invece la storia dell’uomo che si ribella al potere viene collocata in una  ambientazione sportiva ideata di sana pianta.
Il Rollerball non esiste ma gli autori sono bravi nel dargli regole accettabili senza copiare altri sport perché in fondo c’è un po’ di hockey, un po’ di football americano, un po’ di altri sport di squadra ma nel complesso ne esce una disciplina nuova e soprattutto credibile, così che il film riesce nel mantenere l’attenzione dello spettatore su più piani, quello della vicenda personale, della vicenda politica e della vicenda sportiva.


 

Scienze motorie