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TERMINOLOGIA GINNASTICA

Autore: prof. Danilo Ramirez

La linguistica indica come repertorio linguistico di una comunità l’insieme delle varietà disponibili ai parlanti di quella comunità.
Riferendoci alla nostra lingua, l’italiano, la linguistica identifica diverse varietà che vengono classificate secondo parametri di spazio, società, funzione e mezzo.
Ci sono varietà sociali che dipendono dalla differenza di età, dalla professione, dallo status sociale e culturale. C’è un italiano diverso a seconda delle aree geografiche e anche in dipendenza del mezzo che viene utilizzato per comunicare.
La trattazione di argomenti molto specialistici richiede l’uso di varietà adeguate, abbiamo così la lingua della medicina, della matematica, dell’informatica ma anche ad esempio quella di ogni lavoro specialistico che usa termini comprensibili solo a chi è impiegato in quella professione.
Per fare un semplice esempio gli elementi di un apparato idraulico sono chiari per chi lo allestisce ma assolutamente sconosciuti a tutti coloro che non esercitano quel mestiere.
Ognuna di queste varietà specialistiche è un sottocodice della lingua italiana.
La terminologia ginnastica è quindi un sottocodice della lingua italiana.
Un sottocodice specialistico che tuttavia può essere noto ad una gran parte della popolazione perché il movimento è praticato da molti e tutti coloro che frequentano la scuola pubblica entrano in contatto con un insegnante che utilizza questo sottocodice.
La terminologia ginnastica è molto importante.
La ginnastica è movimento, ogni movimento è indicato da un termine corrispondente; in teoria, ma anche in pratica, il docente potrebbe stare fermo e descrivere a voce l’esercizio, ascoltando le sue parole gli allievi dovrebbero essere in grado di decodificarle e metterle in pratica.
Facciamo un esempio.
L’esercizio è: seduto a terra, busto eretto, braccia alte, le due gambe sono appoggiate a terra, la prima è tesa avanti piede a martello, la seconda forma un angolo di 90 gradi con la prima ed è piegata con il piede dietro il busto.
E’ la posizione di gamba ostacolo che, una volta insegnata, viene chiamata con questo semplice termine così come è semplificata la maggior parte delle posizioni e degli esercizi.
Leggendo la descrizione verbale dell’esercizio si capisce che la ginnastica “parlata” è abbastanza complicata ed infatti l’attività motoria viene svolta quasi sempre con esempi pratici, del docente o di qualche allievo.
Tuttavia è molto importante conoscere la terminologia specifica per diversi motivi.
 Per capire bene una descrizione a distanza, per capire nuovi movimenti, per evitare qualsiasi fraintendimento: ogni termine ha un solo significato e non ci può essere confusione.

ASSI E PIANI
Gli assi sono rette immaginarie che attraversano il corpo umano, se ne identificano tre.

  • asse longitudinale: attraversa il corpo nel senso della lunghezza, dal vertice del capo ai talloni
  • asse trasversale: attraversa il corpo nel senso della larghezza, da una spalla all’altra
  • asse sagittale: attraversa il corpo nel senso della profondità, dal petto al dorso

Gli assi, intersecandosi a due a due determinano i seguenti piani:

  • piano frontale, dall’incontro tra asse longitudinale e trasversale, divide il corpo in due parti: anteriore e posteriore
  • piano sagittale, dall’incontro tra asse longitudinale e sagittale, divide il corpo nelle parti destra e sinistra
  • piano trasversale o trasverso, dall’incontro tra asse sagittale e trasversale, divide il corpo nelle parti superiore e inferiore.

 

POSIZIONE, ATTEGGIAMENTO e ATTITUDINE
La posizione è la figura o forma che il corpo assume in rapporto all’ambiente, le principali posizioni sono: stazione eretta, seduta, in ginocchio, in quadrupedia, in decubito prono (corpo disteso a terra appoggiato sulla parte anteriore), decubito supino (corpo disteso a terra appoggiato sul dorso), decubito laterale.
L’atteggiamento è la figura che il corpo umano assume indipendentemente dai rapporti con l’ambiente.
Si distinguono i seguenti atteggiamenti:
- lungo, quando i segmenti anatomici assumono una forma rettilinea e le estremità sono lontane
- breve, quando le estremità  sono vicine
- ruotato, quando i segmenti anatomici sono ruotati attorno al proprio asse
- combinato, quando i segmenti anatomici assumono, nello stesso momento, atteggiamenti diversi

L’attitudine è data dal rapporto tra il baricentro del corpo e il punto di appoggio, le attitudini sono fondamentalmente tre:

  • appoggio, quando il centro di gravità si trova al di sopra del punto di appoggio (qualsiasi posizione con i piedi a terra ad esempio è in appoggio)
  • sospensione, quando il centro di gravità è al di sotto del punto di appoggio (appesi alla spalliera si è in sospensione)
  • volo, quando il corpo non ha punti di appoggio

MOVIMENTI
I movimenti sono i passaggi da una posizione ad un'altra, indichiamo alcuni dei principali movimenti secondo la terminologia ginnastica:
ABBASSARE: passaggio lento degli arti dall’alto verso il basso
ABDURRE (abduzione): allontanare un segmento corporeo dall’asse longitudinale
ADDURRE (adduzione): avvicinare un segmento corporeo all’asse longitudinale
CIRCONDURRE (circonduzione): passaggio di una parte del corpo per quattro posizioni opposte in modo da far descrivere ad una estremità (capo, mano, piede) una circonferenza
DIVARICARE: allontanamento degli arti inferiori l’uno dall’altro sul piano frontale o sul piano sagittale
ELEVARE: passaggio lento degli arti dal basso verso l’alto
ESTENDERE: passaggio da un atteggiamento breve a uno lungo in attitudine di non appoggio
FLETTERE (flessione): passaggio da un atteggiamento lungo ad un breve in attitudine di non appoggio
INCLINARE (inclinazione): è riferito generalmente al busto che restando in atteggiamento lungo si sposta dalla posizione verticale a quella orizzontale
INCROCIARE: sovrapposizione di un arto sull’altro
OSCILLARE: movimento pendolare del corpo o di un arto in attitudine di sospensione
PIEGARE (piegamento): passaggio degli arti da un atteggiamento lungo ad uno breve in attitudine di appoggio
RIZZARE: passaggio da atteggiamento breve a lungo in attitudine di appoggio
RUOTARE (rotazione): movimento del corpo attorno all’asse longitudinale
SLANCIARE: passaggio rapido, generalmente di un arto, da un atteggiamento lungo ad un altro atteggiamento lungo
SPINGERE: passaggio rapido degli arti da un atteggiamento breve a uno lungo
TORCERE (torsione): movimento di una parte del corpo attorno al suo asse longitudinale mentre una estremità resta fissa

APPROFONDIMENTI
• Vediamo la differenza tra busto flesso e inclinato in piedi, gambe divaricate.
Nella prima la schiena è curva perché gli estremi del busto, capo e bacino si avvicinano, nella seconda il busto è teso, perfettamente parallelo al terreno. Quest’ultima può essere posizione di partenza per diversi esercizi quali ad esempio le torsioni.

 

• Vediamo infine il più grande errore che la lingua parlata italiana commette nei confronti della terminologia ginnastica: l’utilizzo sbagliato del termine flessione.
L’esercizio di estendere le braccia dalla posizione proni con le mani sotto le spalle viene indicato quasi sempre con il termine flessione.
Se rileggiamo la terminologia capiamo però che quello è un piegamento perché l’attitudine è in appoggio e non può essere una flessione nella quale la mano non si appoggia a nulla.
Allora perché nell’uso comune la grande maggioranza della popolazione lo chiama flessione?
Ancora una volta ci viene in aiuto la linguistica.
L’etimologia popolare è quel ramo della linguistica che si occupa delle parole che entrano nell’uso comune assumendo un significato differente da quello originario. Il soggetto parlante associa un termine ad un concetto, per assonanza o per somiglianza, e lentamente questo termine si diffonde fino a diventare il termine più in uso per il significato che erroneamente gli era stato assegnato.
E’ un processo molto importante nella costituzione e nella evoluzione del linguaggio perché sono proprio questi “errori” che modificano le lingue nel corso del tempo.
Perché viene utilizzato il termine flessione se è risaputamente sbagliato?
Si possono fare delle ipotesi.
L’esercizio è considerato una prova di efficienza della forza fisica maschile e spesso viene associato al concetto di punizione. Quando il servizio militare era obbligatorio, generazioni di giovani italiani hanno sperimentato le “flessioni” nelle caserme. Ecco che il termine entrava nell’uso comune e si diffondeva.
Anche un certo genere di film caricaturale ha spesso utilizzato il termine sbagliato ed è quindi facile comprendere come milioni di italiani hanno riso vedendo il comico di turno costretto a fare 100 flessioni nelle commedie popolari.
Ben consapevoli della difficoltà nel mantenere una terminologia corretta, gli insegnanti di Educazione Fisica/Scienze Motorie hanno sempre cercato di indicare la parola giusta ai loro allievi, vedremo se vincerà la scuola o…..l’etimologia popolare.
Decubito, longitudinale, sagittale, circondurre sono termini che derivano dal latino.
Decubito da decumbere, “coricarsi”.
Longitudinale da longitudo, “lunghezza”.
Sagittale da sagitta, “freccia”.
Circondurre da circum, “intorno”, ducere “guidare”.
Spesso i termini specifici vengono costruiti su una radice latina, lingua che così rimane viva nell’italiano contemporaneo.

Per immagini relative a quanto detto sopra si rimanda al sito sotto indicato
http://www.liceomachiavelli.it 

 

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