Metti una chitarra a scuola
04-12-2025

"Il legno è un elemento vivo, cambia con il tempo e ogni blocco è diverso dall’altro, un po' come gli esseri umani”.
Il professor Massimiliano Moisio insegna Meccanica nel nostro Istituto, ma ha una grande passione che lo contraddistingue: nel tempo libero costruisce chitarre, pertanto, ci siamo subito incuriositi e siamo andati a fargli qualche domanda per scoprirne di più.
Quando ha iniziato a costruire artigianalmente le chitarre?
“Ho iniziato nel 2010, ma, quando mi sono sposato nel 2019, mi sono fermato, anche perché poi è arrivato il Covid; ora pian piano sto riprendendo. Una volta facevo tutto a mano, ora mi faccio aiutare da un pantografo CN che realizza i corpi i quali, successivamente, vengono rifiniti da me.”
Da dove nasce questa passione?
“Papà sapeva suonare molto bene la chitarra, passione che aveva ereditato da un cugino che negli anni Cinquanta/Sessanta era un musicista conosciuto qui nel Biellese. Ho iniziato a suonare un pochino all’università, per scaricare lo stress degli esami del Politecnico; mi sono dedicato sia all’acustica sia all’elettrica, ma non sono mai stato un bravo chitarrista.
Mio nonno, invece, aveva una segheria: la mia famiglia ha sempre lavorato il legno.
Inoltre, io sono sempre stato un grande lettore di tutti i generi, dai gialli ai fantasy.
Mi capitò per le mani un libro di Michel Cassani Ingoni, “Elementi di liuteria”, che spiegava come costruire da zero una chitarra; mi sono incuriosito e ci ho provato.”
Come fa a costruire i suoi strumenti?
“Per costruire la prima chitarra mi sono fatto aiutare da Giovanni Bonfante, il front-man delle Schegge Sparse. Ho preso le misure dalla sua chitarra e poi per realizzare gli strumenti successivi ho scaricato online i disegni originali, dai quali ho ricavato le sagome del corpo e del manico.
La prima che ho realizzato era una Telecaster, modello Fender, molto conosciuta. Ovviamente aveva dei difetti, perché all’epoca non avevo ancora tutti gli strumenti adatti per costruirla. Ad esempio, bastano pochi decimi di millimetro di errore: se non si riesce a giuntare bene il manico con il resto del corpo, le vibrazioni si interrompono e il suono non è dei migliori. Per questo, ho dovuto comprare gli attrezzi giusti.
Negli anni, ho realizzato diverse chitarre elettriche: la maggior parte sono modello Fender, che preferivo rispetto al modello Gibson, perché era stato pensato per essere prodotto in serie quindi ha delle soluzioni costruttive più semplici da replicare”.
Ha costruito solo chitarre o anche qualcos’altro?
“Oltre alle chitarre ho realizzato anche quattro bassi, uno dei quali l’ho venduto a un musicista biellese, e ho anche aiutato un mio amico, Davide, a realizzare la riproduzione di un liuto medioevale. Sicuramente, però, lo strumento più particolare che ho costruito è stata la riproduzione del basso di Mark Hoppus, membro storico del gruppo Blink 182; come potete vedere dalle foto, aveva dei teschietti di madreperla sul manico ed era rosa shocking. Non è stato facile reperire tale sfumatura, ma fortunatamente esso è uno dei colori tipici delle Cadillac americane, così l’ho recuperato da un carrozziere.”
Quando tempo ci mette mediamente a costruire una chitarra e quante ne ha fatte?
“Nel corso del tempo ho fatto cinque chitarre elettriche e quattro bassi. Per costruire una chitarra nel tempo libero mi ci vuole da sei mesi a un anno, dedicandoci sopra molte ore. Inoltre, ogni volta che costruisco, provo qualcosa di nuovo, per esempio, feci una chitarra sul modello di quelle della Gibson che rispetto alla Fender è di alta liuteria, dunque più complessa, e che ancora conservo gelosamente.”
Ha mai pensato di far diventare questa passione il suo lavoro?
“Io mi definisco come ‘uno che sta ancora imparando’. Amo la mia passione, ma ad oggi non voglio che diventi il mio lavoro, perché non voglio che diventi un obbligo; se qualcuno mi commissionasse uno strumento che non mi piace, lavorerei controvoglia, mentre così gestisco io che cosa costruire e sono anche più invogliato a lavorare. Sentire il suono di una chitarra costruita completamente a mano è una soddisfazione enorme, anche perché ogni strumento ha un suono completamente diverso dagli altri.
Tra il 2014 e il 2015, ho partecipato a un corso di liuteria di 110 ore tenuto dal maestro Aldo Illotta, liutaio della scuola di Milano, per imparare a realizzare chitarre acustiche. In Italia siamo un po' chiusi, chi riesce a fare bene un mestiere tende a tenerlo per sé, mentre a Illotta piace insegnare e far apprezzare questo lavoro. Ha cercato di insegnarci che serve tanta attenzione e tanta conoscenza dei materiali: basta un semplice sbaglio e si butta via tutto il lavoro fatto; se si toglie più legno del necessario, infatti, non si può più aggiungere nuovamente!
Alla fine del corso la chitarra che avevamo realizzato tutti insieme è stata suonata dal famoso polistrumentista biellese Gian Piero Promaggiore”.








